Liceo Lorenzini: Si è creata una tale emergenza che è difficile ipotizzare quando gli studenti potranno normalmente riprendere le lezioni

Liceo Lorenzini, Capecchi (Fdi): “Si è creata una tale emergenza che è difficile ipotizzare quando gli studenti potranno normalmente riprendere le lezioni”
“Stamani ho incontrato i ragazzi del liceo: Provincia di Pistoia, Comune di Pescia, ma anche la Regione devono dare risposte chiare”
Pistoia 17/10/2022 – “Gli studenti sono stati costretti a scendere in piazza per accelerare i lavori alla sede del Liceo Lorenzini, studenti, insegnanti e genitori hanno manifestato contro Provincia di Pistoia e Comune di Pescia a fronte della mancata conclusione dei lavori nella sede centrale del liceo, quasi completamente inagibile, nonostante sia trascorso un mese dall’inizio della scuola. Si è creata una situazione tale di emergenza che è difficile ipotizzare quando i ragazzi potranno normalmente riprendere le lezioni nella sede centrale del Lorenzini. Non c’è cosa peggiore che non fare programmazione e, poi, adottare interventi tampone promettendo tempi che non vengono rispettati A settembre avevamo presentato un’interrogazione alla Regione affinché sollecitasse Provincia di Pistoia e Comune di Pescia perché avevamo visto che i lavori non erano iniziati. Ma anche la Regione deve dare risposte chiare. C’è un problema di sicurezza e di rapporto con la città visto che gli studenti sono disseminati in 5 edifici diversi a Pescia” dichiarano il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Capecchi, che stamani ha incontrato gli studenti in occasione della manifestazione a Pistoia, ed il vice coordinatore provinciale di Fdi Lorenzo Vignali.
“I lavori dovevano essere conclusi entro il 15 di ottobre, invece i ragazzi stanno continuando a subire riduzione di orari e, comunque, sono costretti ad un orario scolastico spezzettato che non consente una corretta didattica. Ed ancora Comune di Pescia e Provincia non sono riusciti a pianificare una risposta adeguata nel medio/lungo periodo -sottolineano Capecchi e Vignali– Fra i tanti cartelli della manifestazione mi ha colpito, in particolare, uno che recitava “il domani appartiene a coloro che oggi sono messi in condizione di studiare”. Gli studenti vanno sostenuti in ogni modo”.
“Per gli studenti è una situazione oltre il limite della sopportazione e non possiamo pensare che il dislocamento su più strutture possa essere una soluzione definitiva. Tamponata l’emergenza sarà necessario mettersi seriamente a progettare una nuova ed adeguata sede, sempre all’interno del nostro comune, in un progetto che preveda spazi adeguati per la scuola, senza però tralasciare la riqualifica degli immobili che verranno lasciati vuoti, per un completo ed organico rilancio della città” dichiara il consigliere comunale Fdi a Pescia Giacomo Melosi.

Scuole : Diciamo no ai grembiuli gialli. Si vogliono utilizzare i bambini per una battaglia ideologica sul gender

Scuola, Fratelli d’Italia: “Diciamo no ai grembiuli gialli. Si vogliono utilizzare i bambini per una battaglia ideologica sul gender”
“La differenza è un valore”. Intervento del Dipartimento Regionale Toscano Scuola e dei consiglieri regionali Capecchi e Veneri dopo la decisione dell’istituto Comprensivo “Salutati Cavalcanti” di Borgo a Buggiano
Firenze 13/07/2022 – “Diciamo no ai grembiuli gialli a Buggiano. Viva i bambini e le bambine. Si vogliono utilizzare i bambini per una battaglia ideologica sul gender” dichiarano i consiglieri regionali Gabriele Veneri, componente della Commissione Cultura e Istruzione, e Alessandro Capecchi, Michela Senesi del Dipartimento Regionale Toscano Scuola di Fratelli d’Italia, e Jonathan Innocenti Responsabile del Dipartimento per la provincia di Pistoia, dopo la decisione dell’istituto Comprensivo “Salutati Cavalcanti” di Borgo a Buggiano di intraprendere la battaglia contro gli stereotipi di genere attraverso l’adozione di un grembiule monocolore per tutti gli alunni della scuola d’infanzia.
“Non c’è bisogno di ammantare questa scelta, se davvero è prevista dalla circolare ministeriale, con valutazioni sui diritti. Il diritto di bambini e bambine è quello di non essere tirati in mezzo a dispute ideologiche. La differenza è un valore, la battaglia contro gli stereotipi di genere non si combatte solo con l’adozione di un grembiule monocolore per tutti gli alunni” sottolineano Veneri e Capecchi.
“Grembiuli gialli è ormai diventata notizia diffusa, giustificata con la necessità di rincorrere quella parità di genere che secondo certe menti illuminate dovrebbe risolversi con l’eliminazione di ogni naturale differenza tra uomo e donna. Ci domandiamo come, velatamente, si possa negare che maschi e femmine manifestino le proprie particolarità e differenze, anche e soprattutto nei rapporti sociali. La sola idea che gli alunni non debbano potersi distinguere aprioristicamente tra bambine e bambini, che l’associazione di un determinato colore anziché un altro possa compromettere lo sviluppo identitario, è l’esatto opposto di quelle che sono le necessità primarie per lo sviluppo dell’essere umano e manifesta, tuttavia, l’interesse della società a divulgare il principio di omogeneità che si contrappone al valore inequivocabile della persona. Non dobbiamo aver paura ad affermare che il rispetto reciproco e parità di diritti tra uomini e donne, bambini e bambine, si possano perseguire esclusivamente aggiungendo valore a tutte quelle differenze che caratterizzano la persona nella propria unicità e mai accetteremo ideologie preconfezionate frutto di teorie e moralismi che niente hanno a che fare con la difesa di diritti. Viva i bambini e le bambine, viva i maschi e le femmine” spiega il Dipartimento Regionale Scuola con delega all’Istruzione di Fdi.

Scuola, Fdi: “Persa un’altra estate. Organizzazione ancora ferma, si parla solo di green pass”

Poco o niente è stato fatto in questi mesi estivi per garantire un ritorno in classe in sicurezza. L’organizzazione è ferma, assistiamo solo a proclami. Fratelli d’Italia più volte ha posto l’attenzione sulla necessità di adeguare le strutture scolastiche, gli organici, i trasporti per far fronte all’emergenza sanitaria e garantire a studenti, insegnanti, personale Ata lo svolgimento delle attività didattiche ed evitare la didattica a distanza e gli scaglionamenti in ingresso e uscita. L’anno scolastico 2021/2022 è alle porte e nei palazzi romani ci si interroga ancora su cosa fare” dichiarano i Consiglieri regionali di Fdi Gabriele Veneri, componente della Commissione Cultura e Istruzione, e Alessandro Capecchi.
L’unica novità partorita dal Ministro Bianchi è l’obbligo del green pass che si traduce in un macigno scaricato sul personale scolastico divenuto capro espiatorio. Per poter stare in cattedra i docenti dovranno essere in possesso di green pass, come alternativa al vaccino c’è il meccanismo dei tamponi ogni 48 ore, un’alternativa che, di fatto, rende impossibile, per i presidi, impostare logisticamente il corpo docente. Oltre ad essere un salasso per i singoli insegnanti. Ogni responsabilità va, dunque, a ricadere sul personale scolastico, il Governo procede ad obblighi rinunciando ad interventi strutturali per scongiurare i disagi e i grossolani errori dello scorso anno” sottolineano Veneri e Capecchi.

Rientro in classe: “Ancora una volta non si è pensato a riorganizzare il trasporto pubblico e gli ingressi”

Il 26 aprile è la data del rientro in classe per gli studenti di tutte le scuole fatta eccezione per le superiori in zona rossa. “La didattica tornerà in presenza al 100% mentre la capienza degli autobus resta, per motivi di distanziamento anti-contagio, al 50%. I conti, anche stavolta, non tornano – sottolinea il consigliere regionale FdI e vice presidente della commissione Trasporti Alessandro Capecchi – poiché a fronte di una riduzione della capienza dei mezzi pubblici non corrisponde un adeguato aumento dei mezzi di trasporto messi a disposizione delle aziende del tpl”.
“Ancora non sono state definite le modalità del rientro in classe tuttavia le aziende del trasporto pubblico locale e i presidi condividono non poche perplessità – aggiunge Capecchi -. Le aziende del tpl sanno di non avere autobus a sufficienza per raddoppiare le corse e le aziende di trasporto private, che già a settembre e gennaio avevano messo a disposizione i propri mezzi e i propri autisti per il servizio scolastico, aspettano ancora di essere pagate dalla Regione Toscana per il servizio”.
“I protocolli attuati dalle scuole risultano efficaci ma rischiano di essere vani se i ragazzi vi arrivano dopo essersi ammassati sui mezzi pubblici e sulle pensiline alle fermate degli autobus. La Regione deve dunque attivarsi subito per coordinare orari di ingresso e di uscita da scuola scaglionati, come richiesto dai presidi, oltre a sostenere le aziende di trasporto pubblico ed eventualmente privato a cui viene chiesto questo ulteriore sforzo”, conclude il consigliere.