Tramvia fino a Pistoia: “Inaccettabile che Giani liquidi l’ipotesi definendola troppo costosa”

“In un incontro tenutosi a Pistoia il presidente Giani si è lasciato scappare che secondo lui l’estensione della tramvia fino a Pistoia sarebbe troppo costosa e quindi da non prendersi nemmeno in considerazione. Ma non dovrebbe essere uno studio di fattibilità a sciogliere il nodo? Se lo studio di fattibilità, richiesto da un mio ordine del giorno presentato in consiglio regionale lo scorso febbraio, ci dirà che la tramvia Firenze-Pistoia non è realizzabile spetterà comunque alla giunta Giani trovare una soluzione per collegare Pistoia al resto dell’area metropolitana. Di certo non si può continuare a trattare Pistoia come il fanalino di coda dell’intera Toscana”. Così il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Trasporti Alessandro Capecchi.
 
“Sembra che il presidente Giani non si sia accorto che la campagna elettorale è finita da un pezzo e che adesso spetta a lui dare risposte concrete ai toscani. Il tempo delle promesse è finito, un presidente di Regione non può permettersi di esprimersi attraverso valutazioni personali, ma deve riferire ai cittadini come stanno le cose e quali siano i fatti supportati a livello tecnico”, affonda Capecchi.
 
Nell’odg presentato a febbraio – continua il consigliere – ho richiesto di avviare, contemporaneamente a quello per Prato, uno studio di fattibilità per verificare anche per la città di Pistoia l’effettiva possibilità di estensione della linea tramviaria o, in caso contrario, di prevedere altri interventi di mobilità collettiva. Dopo quattro mesi stiamo ancora aspettando che l’atto venga discusso in commissione mentre il presidente Giani continua a pontificare sul tema! Per Pistoia vogliamo risposte certe con carte alla mano e non le personali opinioni del presidente”.

Lavori SS Porrettana: “Sambuca Pistoiese a rischio isolamento”

Sambuca Pistoiese rischia di restare isolata per tutta la stagione estiva e la Regione Toscana non se ne accorge. Sono iniziati i lavori alla SS 64 Porrettana nel versante emiliano e ciò ha comportato la chiusura al traffico della galleria di Riola di Vergato fino al 16 luglio prossimo. Tra poco verrà chiuso anche il ponte da Vinci a Sasso Marconi, quindi gli automobilisti che arrivano dall’autostrada dovranno passare da Casalecchio per giungere a Pavana e a metà giugno prenderanno il via i lavori nel versante toscano e in quell’occasione chiuderà anche la galleria del Signorino, nel tratto pistoiese della statale. Come se non bastasse i lavori di ripristino del percorso alternativo, ovvero la traversa di Pracchia, sono in ritardo. Il risultato? Troppi disagi, viabilità alternative che allungano di chilometri e chilometri il percorso e il rischio che Sambuca Pistoiese resti del tutto isolata, proprio nella stagione estiva che avrebbe potuto vedere un rilancio positivo del turismo e della ristorazione nel comune montano”. Così il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Infrastrutture Alessandro Capecchi.
“Ovviamente tutto ciò non è accettabile. La programmazione dei lavori spetta ad Anas ma non deve prescindere dalle realtà locali e dal confronto con le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna. Ricordiamo alla Regione Toscana che il Consiglio Regionale ha approvato la mozione di Fratelli d’Italia in cui si assicurava l’attenzione della Regione al cantiere dei lavori lungo la SS Porrettana – sottolinea Capecchi, primo firmatario dell’atto sottoscritto anche da consiglieri di maggioranza -. Con la mozione abbiamo impegnato la Regione a far presente ad Anas che i lavori alla Galleria non prendano il via fino a che non sarà messa in sicurezza la viabilità alternativa della traversa di Pracchia.
Non riteniamo accettabile questa gestione caotica dei lavori con l’apertura simultanea di cantieri e chiusura contemporanea di troppi nodi nevralgici alla circolazione, tutto questo rischia di scoraggiare gli automobilisti e soprattutto di isolare comuni montani come quello di Sambuca Pistoiese. La Regione deve subito attivarsi con Anas per rivedere la programmazione dei cantieri e dovrebbe, una volta tanto, porre attenzione al territorio montano e alle sue necessità”.

Variante Montalese: “Aprire quanto prima il tavolo tecnico per la progettazione”

“Il tavolo tecnico per la progettazione della variante nuova Montalese deve aprirsi al più presto. Troppi i gravi incidenti, anche fatali, avvenuti negli ultimi anni lungo via Sestini e via Montalese i residenti e i membri dei comitati di Pontenuovo e Santomato vedono mezzi sfrecciare a tutta velocità come se transitassero in superstrada, con rischi concreti per l’incolumità degli abitanti”. È quanto dichiara il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Infrastrutture Alessandro Capecchi che ha depositato una interrogazione in merito.
“Ben vengano le ordinanze della prefettura che limitano la velocità e l’accesso ai mezzi pesanti e predispongono più controlli e l’installazione di autovelox – afferma il consigliere -, adesso si deve poter garantire ai cittadini maggior sicurezza con la realizzazione dello studio di fattibilità della variante Montalese. Tale variante si rende necessaria per aumentare la sicurezza e al contempo venire incontro alle esigenze delle imprese del territorio ed era infatti già stata prevista nel regolamento urbanistico”.
“Per questo chiediamo alla Regione di interloquire con la Provincia di Pistoia per valutare l’opportunità di definire forme di supporto per la definizione dello studio di fattibilità della variante Sant’Agostino-Montale, proprio come promesso dal Pd in campagna elettorale e adesso i cittadini si aspettano delle risposte concrete”, sottolinea Capecchi.

Riqualificazione Porto Azzurro, (FdI): “Bene il futuro turistico, ma iter in Regione troppo lungo”

 Via libera dal consiglio regionale all’accordo di pianificazione per la definizione del Piano regolatore portuale del porto di Porto Azzurro. Anche Fratelli d’Italia ha espresso il proprio voto favorevole alla proposta di deliberazione.
“Siamo soddisfatti di questo atto che permetterà a Porto Azzurro di disciplinare la sua area portuale e renderla conforme alle norme nazionali e regionali ma soprattutto permetterà di riqualificarla – evidenziano il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchiil responsabile nazionale FdI delle politiche di navigazione Luigi La Nera e il coordinatore provinciale FdI di Livorno Giacomo Lensi -. Porto Azzurro cesserà la sua funzione commerciale per diventare un approdo turistico che accoglierà, oltre al diportismo, la nautica sociale e dei residenti, la pesca professionale, la nautica diving, il charter nautico, le scuole di vela e di avviamento agli sport nautici”.
“Il consiglio regionale ha ratificato in modo definitivo il percorso intrapreso tra Regione e Comune anche se, va sottolineato, l’iter in Regione per disegnare il futuro di stampo turistico di Porto Azzurro è stato troppo lungo. Il turismo nautico e il diportismo sono settori fondamentali dell’Elba e dell’arcipelago toscano. L’auspicio è che a livello nazionale si favorisca lo sviluppo turistico portuale rispettando, ovviamente, le condizioni di sicurezza e della flora e della fauna marina”, aggiungono gli esponenti FdI.

Direttissima Prato-Bologna: “La Regione attivi la cabina di regia per risolvere i disagi”

“Ancora disagi, ritardi, treni soppressi sulla direttissima Prato-Bologna causa lavori. Una situazione insostenibile per i pendolari che parlano di una vera e propria odissea per andare a lavoro e tornare a casa, senza mai avere la certezza di arrivare puntali e in orario, tanto che in molti hanno dovuto rinunciare a usufruire del servizio ferroviario per spostarsi con mezzi propri”. Il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Trasporti Alessandro Capecchi riporta l’attenzione sui disagi subiti dai pendolari lungo la direttissima Prato-Bologna dopo aver depositato in Regione una interrogazione in merito lo scorso dicembre.

“L’unica cosa su cui i pendolari possono contare sono i disservizi continui sulla tratta ferroviaria Prato-Bologna. I lavori andranno avanti per mesi e anni, i soli lavori alle gallerie, partiti da Prato Vernio si protrarranno fino a dicembre 2021. Tutto ciò è inaccettabile soprattutto perché i cittadini e i pendolari pagano biglietti e abbonamenti per ricevere un servizio e che chiedono solo di poter prendere il treno in orario”, aggiunge Capecchi.

La Regione Toscana deve attivare la cabina di regia – di cui la stessa Regione fa parte assieme a RFI, Trenitalia Toscana, Trenitalia Tper, Città metropolitana di Bologna, Provincia di Prato, i sindaci dei comuni di Vaiano e di San Benedetto Val di Sambro, Regione Emilia Romagna e al Comitato pendolari della direttissima – per valutare gli interventi che si renderanno necessari ad assicurare un servizio dignitoso anche con i lavori in corso, proprio come si legge in risposta alla mia interrogazione di pochi mesi fa”, afferma Capecchi.

Emendamento keu: “Un maldestro tentativo lobbistico”

Un maldestro tentativo lobbistico di aggirare l’autorizzazione ambientale“. Così l’avvocatura della Regione definisce l’emendamento finito sotto la lente d’ingrandimento della Dda di Firenze che il 26 maggio 2021 il consiglio regionale ha abrogato. Un emendamento passato in consiglio regionale senza il vaglio degli uffici tecnici della Regione Toscana. Una norma illegittima, dunque, per gli stessi avvocati della Regione. Questo quanto emerso dall’accesso agli atti del consigliere regionale FdI Alessandro Capecchi.

“Eliminare l’emendamento non toglie certo il problema, che anzi resta, come restano tanti interrogativi ai quali abbiamo ottenuto parziali risposte grazie ai vari accessi agli atti, ma non si può certo dire che la vicenda si sia risolta. L’ex governatore Enrico Rossi in merito all’istruttoria di proposta di legge del 2018 per modificare l’art 13 della legge sulla gestione degli impianti di depurazione industriale parla di atto tecnico degli uffici. Ma gli uffici hanno agito su richiesta dello stesso Rossi e su un tema sul quale, già nel 2017, Arpat aveva dato indirizzi tecnici precisi e rigorosi.”, sottolinea il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi.
Le parole di Rossi vanno smentite – aggiunge Capecchi – non è vero che la sua giunta ha imposto regole più stringenti per la tutela ambientale, bensì è stata Arpat ad aver stabilito che gli scarichi di Aquarno fossero insostenibili dal punto di vista ambientale secondo quanto recita la normativa nazionale. Sulla base del decreto 152 del 2006 fu sempre Arpat, e non la giunta Rossi, ad imporre ad Aquarno di ottenere l’AIA anziché la semplice AUA! Rossi continua a fare lo scarica barile dicendo che la provincia di Pisa a guida Andrea Pieroni, pur sempre un esponente del suo partito, aveva sempre garantito la procedura più semplice per gli scarichi di Aquarno. Le parole dell’ex governatore, però, sono smentite dai fatti: per sette anni la Regione ha continuato a concedere proroghe ad Aquarno, perché la Giunta attese tutto questo tempo?”.
“L’emendamento della vergogna è stato cancellato ma il lavoro della commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e i rapporti di potere in Toscana è appena iniziato ed è in questa sede che ci auguriamo di fare ulteriore chiarezza sulla vicenda”, conclude il consigliere.

Legge pro concerie: nel 2018 la giunta avviò l’istruttoria per una proposta di delibera

“Quanto emerso non è accettabile, dall’accesso agli atti che ho effettuato è dimostrato che nel 2018 la giunta Rossi aveva istruito una proposta di legge per modificare l’art 13 della legge sulla gestione degli impianti di depurazione industriale. Ma tutto si è fermato dopo il netto stop pervenuto dagli uffici legislativi che hanno espresso parere negativo alla proposta di modifica perché non possedeva legittimità costituzionale e nemmeno comunitaria. E allora cosa ha fatto il Pd? Ci ha provato due anni dopo con un emendamento proposto direttamente in aula, eludendo così i pareri tecnici degli uffici”. Afferma il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Ambiente  Alessandro Capecchi.
“Vogliamo capire cosa sia successo a livello politico e amministrativo – sottolinea Capecchi -, eliminare l’emendamento ‘keu’, come proposto da Giani, non toglie certo il problema. Questo sistema schizofrenico di voler imporre una volontà politica a tutti i costi mette in difficoltà gli uffici e mina la credibilità della Regione”.
L’ex assessore all’ambiente Fratoni e l’ex presidente Rossi hanno dichiarato di non aver nulla a che fare con l’emendamento ‘keu’, ma devono dire ai toscani perché hanno lasciato che il Consiglio modificasse la legge con un emendamento che andava nella stessa direzione di quanto avevano tentato di fare due anni prima con la proposta di legge che aveva ottenuto un ‘no’ forte e chiaro dagli uffici – evidenzia Capecchi -. In veste di presidente del Consiglio regionale Giani si è assunto responsabilità di far votare un emendamento molto tecnico, presentato direttamente in consiglio, senza rinviarlo in commissione, dove invece avrebbe dovuto ricevere il parere di legittimità. È ora che il Pd si assuma le responsabilità di quanto accaduto”.

Via l’emendamento keu: “Senza l’inchiesta il Pd avrebbe continuato a tacere”

“Finalmente Giani si è fatto vedere in commissione Ambiente, del resto la firma sulla proposta di legge per cancellare l’emendamento della ‘vergogna’ è sua. Se non fosse stato per l’inchiesta della magistratura a tutt’oggi nulla sarebbe cambiato perché il Pd avrebbe continuato a tacere e niente sarebbe venuto alla luce. Questo nonostante il ricorso del Governo alla Corte Costituzionale contro gli articoli incriminati della legge regionale 32 e, come appreso stamani in commissione, nonostante una relazione negativa dell’ufficio ambiente su una richiesta di modifica della stessa legge (modifica poi direttamente trasformatasi nel noto emendamento) risalente al 2018! Non ci sono più dubbi ormai, è evidente che la giunta Rossi era a conoscenza delle controversie dell’emendamento incriminato ma ha comunque deciso di procedere per farlo approvare”. È quanto afferma il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi.
“Ciò che mi preme sottolineare è che la fretta è stata cattiva consigliera già lo scorso anno, quando l’allora presidente del consiglio regionale Eugenio Giani fece approvare l’emendamento che ha fatto scoppiare la vicenda legata all’inchiesta ‘keu’, oggi era necessario non ripetere lo stesso errore – sottolinea Capecchi -. Per questo la scorsa settimana, prima di andare a votare la proposta di legge, ho voluto richiedere un ulteriore passaggio in commissione Ambiente alla presenza dell’assessore competente e del presidente Giani. Agli uffici è stato chiesto di mettere in piedi nel giro di pochi giorni una modifica di legge su un argomento complesso e delicato come quello dello smaltimento dei reflui civili e industriali, con impianti che naturalmente hanno un notevole impatto sull’ambiente”.
Questo tipo di smaltimento deve essere regolato, non si può continuare ad andare avanti con le deroghe e per quanto riguarda gli accordi di programma concessi agli impianti è necessario verificare che vengano effettivamente messi in atto. Oltre al fatto che gli uffici regionali del legislativo e gli uffici sotto la direzione ambientale interpretano la norma in modo differente. Questa diversa interpretazione deve essere sanata al più presto nell’interesse di tutti i toscani”, ha fatto notare il consigliere.