Sicurezza: Regione, Comune, Ferrovie trovino soluzioni per garantire la sicurezza alla stazione del Serraglio

Sicurezza, Fratelli d’Italia: “Regione, Comune, Ferrovie trovino soluzioni per garantire la sicurezza alla stazione del Serraglio”
“La stazione è ormai il nodo principale dello spaccio pratese. Servono tornelli per l’accesso e presidi fissi di polizia municipale e forze dell’ordine”
Prato 05/10/2022 – “Regione, Comune, Ferrovie trovino soluzioni per garantire la sicurezza alla stazione del Serraglio. La stazione è ormai il nodo principale dello spaccio pratese, preoccupa comunque tutta la zona tra via Strozzi, stazione del Serraglio e via San Fabiano. Alla stazione si potrebbero, magari, prevedere tornelli contro un accesso indiscriminato evitando bivacchi, e nonostante l’impegno delle associazioni degli ex carabinieri e poliziotti servono oggettivamente posti fissi di controllo con agenti di polizia municipale e forze dell’ordine. Le telecamere di videosorveglianza sono importanti ma senza presidi fissi è difficile garantire deterrenza e sicurezza. In questi giorni c’è stato lo sgombero del cantiere di Via San Fabiano, che però non risolve un problema annoso, tanto che la zona è stata nuovamente presa d’assalto da spacciatori e sbandati” dichiarano il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi, la neo deputata Chiara La Porta, il capogruppo di Fdi in consiglio comunale a Prato Claudio Belgiorno, il consigliere comunale e provinciale di Prato Tommaso Cocci.
“I dati resi noti dal consueto report de “Il Sole 24ore” sono allarmanti: la città di Prato è ottava a livello nazionale per gravità di atti criminali, terza a livello nazionale per omicidi, seconda in Toscana, dopo Firenze, per episodi di criminalità. Dati in crescita per scippi, rapine, riciclaggio di denaro sporco, spaccio. Regione e Comune facciano di più per garantire la sicurezza dei pratesi, soprattutto in determinate zone del centro storico” chiedono Capecchi, La Porta, Belgiorno e Cocci.

Impianti di depurazione: “Un altro pasticcio targato Pd”

 “Il governatore Giani si è talmente tanto affrettato a far cancellare l’emendamento pro conciatori da lasciare sul piatto una legge regionale che adesso mette in difficoltà gli impianti di depurazione”. Lo denuncia il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi, venuto a conoscenza, tramite un accesso agli atti, del fatto che con la nuova legge regionale sugli impianti di depurazione non è più concessa la gestione in comunicazione degli extraflussi. Per poter gestire gli extraflussi si rende necessaria una specifica autorizzazione fino a quantitativi compresi in 50 mg al giorno, mentre per quantitativi superiori serve l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), la cui istruttoria ai fini dell’ottenimento richiede mesi di tempo.
 
“Inutile aver chiesto l’audizione dell’ufficio ambiente in commissione, come aver richiesto approfondimenti sull’abrogazione dei commi 6 e 8 dell’articolo 13 bis della legge regionale 31 maggio 2006 (sui quali non influiva «l’emendamento della vergogna»), inutile aver ribadito tutte le perplessità sull’abrogazione di alcuni commi di una legge senza prevederne una totale e attenta revisione anche in Consiglio regionale direttamente al presidente Giani”, sottolinea Capecchi.
 
“La legge attuale così come modificata penalizza molti impianti di depurazione, tra cui il pratese Gida, poiché vieta la possibilità di smaltire gli extraflussi tramite comunicazione. I risultati prevedibili non possono che essere deleteri: dal creare disservizi, all’aggravio dei costi fino alla difficoltà oggettiva delle imprese di depurazione che non possiedono l’Aia – afferma il consigliere FdI -. Quindi adesso tutti quegli impianti che fino a ora potevano lavorare con una semplice comunicazione si ritrovano dall’oggi al domani a doversi adeguare a nuove regole senza un minimo di preavviso”.
 
Insomma in materia di smaltimento reflui la Regione non sembra farne una giusta -conclude Capecchi -, manca del tutto il coordinamento tra uffici e la qualità normativa è migliorabile. In questo caso sarebbe stato decisamente meglio prevedere una norma transitoria, cioè prevedere un termine di tre/sei mesi entro il quale le aziende prive di Aia avrebbero potuto adeguarsi per poter continuare a smaltire gli extraflussi. Così facendo la Regione Toscana mette a rischio le aziende di depurazione e di spurgo, facendo loro perdere tempo, denaro e forse anche posti di lavoro”.

Prato, pista ciclabile lungo la Sr 325. Interrogazione in Regione

Interrogazione in consiglio regionale del consigliere regionale FdI Alessandro Capecchi sulle criticità derivanti dalla realizzazione della pista ciclabile lungo la Sr 325 a La Briglia nel comune di Vaiano, in provincia di Prato.
“Il nuovo percorso della ciclabile lungo la Sr 325 in località La Briglia ha sollevato diverse polemiche tra i cittadini e gli automobilisti – spiega Capecchi -, motivo per cui ho depositato un’apposita interrogazione in Regione Toscana, che ha cofinanziato la realizzazione dell’opera. Un’opera costata più di 1 milione di euro che non garantisce la sicurezza, crea ostacoli ai mezzi pesanti e difficoltà di accesso e uscita ai mezzi di soccorso”.
Per questo chiediamo alla Regione se fosse a conoscenza delle problematiche di sicurezza stradale – sottolinea Capecchi -; se in fase di progettazione della pista ciclabile, i soggetti competenti abbiano tenuto in considerazione la massiccia presenza di fabbriche presenti nella zona e l’elevata densità di traffico, anche pesante; se possano sussistere problemi con il passaggio dei mezzi di soccorso. E chiediamo ancora: è sicuro restringere la carreggiata di una strada regionale?.
Questa mattina si è inoltre tenuto il flashmob #Sr325NoPistaCiclabile a cui hanno preso parte la dirigente nazionale di Fratelli d’Italia Chiara La Porta, il capogruppo di La città per Noi a Cantagallo Alessandro Logli e dei consiglieri Antonino Angelica di Vernio e Barbara Manciulli di Cantagallo.
“Abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento i lavori di realizzazione di questa pista ciclabile sulla SR325 che toglie spazio ai mezzi in transito – evidenzia La Porta -. Chi ci governa dovrebbe pensare ad ampliare la carreggiata di una strada così densamente trafficata invece che ridurla! Ne va della sicurezza di tutti. E poi, siamo certi che i mezzi di soccorso riusciranno a passarci e ad avere margine di manovra?”.
“Ho presentato un esposto ai carabinieri in merito ai lavori di realizzazione della pista ciclabile a La Briglia – afferma Logli -. Vogliamo che la sicurezza di tutti gli utenti e di tutti gli automobilisti che transitano dalla Sr 325 sia garantita. Posizionare una pista ciclabile andando a ridurre la carreggiata di una strada ad alto scorrimento di traffico, anche pesante, non sembra possibile. La sicurezza deve venire prima di tutto!”.

Tessile Prato: “Serve tutela delle lavorazioni artigiane, si incentivi l’economia circolare”

“La Toscana è artigianato, è la sapienza e l’esperienza di uomini e donne che tramandano una tradizione e una lavorazione in particolare del settore moda che tutto il mondo ci invidia. Prato è la culla delle filature, della lavorazione dei tessuti e della lavorazione della lana cardata, un esempio di arte antica che oggi più che mai va salvaguardata in quanto esempio di sostenibilità nella filiera del tessile”. È il commento del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi.
“Fratelli d’Italia ha presentato diverse mozioni in consiglio regionale a sostegno delle attività produttive, in particolare sulla promozione delle attività di artigianato tradizionali e artistiche della Toscana tramite progetti e iniziative rivolti agli studenti delle scuole elementari e medie e una, approvata lo scorso gennaio, con cui si impegna la giunta regionale a riconoscere la necessità di sostenere la filiera toscana della moda”, sottolinea Capecchi.
“Il settore moda è certamente vasto e centrale per l’economia territoriale e merita il degno riconoscimento e la giusta attenzione da parte delle istituzioni. Prato, in particolare, è sinonimo di grande qualità nella lavorazione del tessuto ed è in grado di offrire una filiera ‘green’ tramite l’economia circolare. Una particolarità tutta pratese quella di saper creare un tessuto tutto nuovo da fibre di tessuti di scarto. Servono dunque norme adeguate per favorire il recupero degli scarti tessili – conclude Capecchi – in questo senso è importante salvare e tutelare lavorazioni artigianali come la lana cardata, che recupera e rigenera il tessuto, e sostenere e incentivare l’economia circolare. In tutto ciò alla Regione spetta un ruolo preponderante, altrimenti si dichiara di volere una ‘Toscana green’ solo a parole e di voler essere a fianco delle imprese mentre queste sono in grande sofferenza. Serve un sostegno concreto a tutela delle nostre eccellenze, altrimenti il rischio è quello di condannarle a morte”.

Prato, ospedale al collasso: “Perché siamo arrivati a questi punti? Dove sono finiti i posti letto dell’ex Creaf?”

“Il Santo Stefano di Prato è saturo, gli operatori sono sempre più stremati e non sono abbastanza per fronteggiare l’emergenza. È in questo modo che Giani e Bezzini hanno deciso di affrontare la terza ondata della pandemia?”. Lo affermano i consiglieri regionali FdI Francesco Torselli e Alessandro Capecchi, primo firmatario di un’interrogazione in merito alla situazione del Santo Stefano.
“Siamo veramente sorpresi che l’ospedale pratese sia in una situazione di sofferenza tale da aver dovuto fermare per quattro ore gli accessi al pronto soccorso, sintomo dell’affollamento creatosi all’interno dell’ospedale cittadino – sottolineano Capecchi e Torselli -. Ci chiediamo allora dove sono finiti i trecento posti letto dell’ex Creaf? A cosa sono serviti i tagli del nastro e gli investimenti da ben 5 milioni di euro se il centro ospita di fatto solo poche decine di pazienti e la pressione sugli ospedali non si allenta?”.
“Il problema di fondo è sempre lo stesso, manca il personale sanitario. E allora – concludono i consiglieri – perché non si è investito nelle assunzioni piuttosto che in strutture mastodontiche ma poi inutilizzate?”.

Lavori direttissima Prato-Bologna, chiesto l’intervento della Regione

«Sapere come come la Regione Toscana intenda intervenire per risolvere le pesantissime ricadute sui pendolari della direttissima Prato Bologna e conoscere il numero di pullman – al 50% di capienza, come da normative anti-covid – previsti per sostituire i treni soppressi». Lo chiede il consigliere regionale toscano di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Trasporti Alessandro Capecchi in una interrogazione al presidente Eugenio Giani.
«I lavori alla linea ferroviaria così come predisposti da Trenitalia creano moltissimi disagi – spiega il consigliere FdI – tanto che il comitato pendolari ha denunciato il grave disservizio che verrà arrecato a tutte le tipologie di viaggiatori, come studenti e lavoratori pendolari che utilizzano quotidianamente la linea ferroviaria. Come se non bastasse l’operazione è stata pubblicità ben poco e troppo a ridosso dell’inizio stesso dei lavori, non mettendo i pendolari nelle condizioni di trovare soluzioni alternative per risolvere mancanze e disservizi. Cosa che sarebbe stata possibile con una programmazione tempestiva delle opere».