Inchiesta Keu : Il Pd faccia chiarezza al proprio interno, i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità

Inchiesta Keu, Fratelli d’Italia: “Il Pd faccia chiarezza al proprio interno, i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità”
“La vicenda Keu e quella del cosiddetto “emendamento Pieroni” non sono assolutamente separate come vogliono far credere Giani e i vari consiglieri di maggioranza. Il Pd era ben a conoscenza dell’emendamento pro conciatori, non era frutto di un singolo consigliere ma un atto politico deciso dal Partito Democratico. Atteggiamento che, se confermato dalle indagini, dovrebbe portare alle dimissioni di diversi esponenti Pd”
Firenze 07/01/2023 – “Il Pd faccia chiarezza al proprio interno, i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità sulla vicenda Keu. Giani, assessori e consiglieri regionali di  maggioranza ogni giorno ci ripetono che la vicenda Keu e quella del cosiddetto “emendamento Pieroni”, votato in fretta e furia dall’aula consiliare, sono vicende separate. Ma non è assolutamente vero! La Commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità in Toscana ha dovuto produrre due relazioni distinte, una di maggioranza e una di minoranza, proprio perché la minoranza ha considerato assolutamente centrale la questione dell’emendamento pro-conciatori che invece la maggioranza ha cercato di sminuire” dichiarano il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Francesco Torselli, il Consigliere regionale Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio e già componente della Commissione d’Inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Toscana, ed il consigliere Diego Petrucci, componente della Commissione sanità.
“Dall’interrogatorio di Ledo Gori emerge che il Partito Democratico era ben a conoscenza dell’emendamento, tanto da organizzare serate a tema per discutere di cosa e come presentarlo. Se quanto detto da Gori corrispondesse a verità, vorrebbe dire che quell’emendamento non era frutto di un singolo consigliere che lo ha presentato, bensì un atto politico deciso dal Partito Democratico, discusso e valutato anche da chi oggi siede ancora nella giunta regionale. Un atteggiamento molto grave che, se confermato dalle indagini, dovrebbe portare alle dimissioni di diversi esponenti Pd che oggi siedono a vario titolo a Palazzo del Pegaso -sottolineano i consiglieri di Fdi– E’ nell’ambito della Commissione d’inchiesta che Fratelli d’Italia ha fatto emergere due atti rilevanti: il primo che la Giunta regionale nel 2018 aveva istruito la proposta dei conciatori ricevendo il no degli uffici della Regione, ed il secondo che nel 2019 l’ex presidente Enrico Rossi, a nostra precisa domanda, aveva collocato nell’ottobre 2019 la sua chiacchierata con il consigliere Pieroni durante la quale definì “una cazzata” l’emendamento che voleva portare avanti il gruppo consiliare del Pd. Mesi prima che arrivasse poi la legge all’interno della quale fu inserito l’emendamento”.
“Come minoranza non solo avevamo chiesto di non chiudere i lavori della Commissione d’inchiesta ma di riprenderla anche al momento in cui la magistratura avesse chiuso l’indagine e compiuto ulteriori passi decisivi -spiegano Torselli, Capecchi e Petrucci– La Commissione d’inchiesta si è rivelata zoppa perché non abbiamo potuto ascoltare nessuna delle persone coinvolte nell’indagine della magistratura. Per noi resta da approfondire tutto il capitolo dell’accordo di programma, tutto il tema dei rapporti tra l’associazione dei conciatori e la politica ,ed in particolare con il Pd. Il capo di gabinetto, come era Ledo Gori, deve essere colui che trasmette le volontà politiche del Presidente alla struttura regionale e non colui che va a cena con gli imprenditori parlando di questioni relative al governo della Regione”.

Inchiesta Keu: La bonifica non si vede, Regione e Pd hanno dimenticato i rifiuti tossici sotto la strada regionale 429

Inchiesta Keu, Capecchi-Torselli (Fdi): “La bonifica non si vede, Regione e Pd hanno dimenticato i rifiuti tossici sotto la strada regionale 429”
Nuova interrogazione di Fratelli d’Italia. “I cittadini sono esasperati, da un anno chiedono invano la bonifica dell’intera area tra Empoli e Castelfiorentino per avere la sicurezza di avere acqua potabile in casa ma ancora i lavori non sono in iniziati. Per il Centrodestra non è concluso il lavoro della Commissione d’Inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Toscana”
Firenze 03/01/2023 – “La bonifica non si vede, Regione e Pd hanno dimenticato i rifiuti tossici sotto la strada regionale 429”. Con queste parole il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio e già componente della Commissione d’Inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Toscana, ed il capogruppo di Fdi in Consiglio regionale Francesco Torselli annunciano una nuova interrogazione alla Giunta regionale.
Per il Centrodestra non è concluso il lavoro della Commissione d’Inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Toscana. Inoltre, avevamo chiesto di poter riesaminare l’accordo di programma ma la questione è caduta nel dimenticatoio. Nessuno ci ha, poi, detto a che punto sono i contenziosi avviati dalle ditte coinvolte relativamente ai decreti che tendevano a scaricare su di esse il costo delle bonifiche -sottolineano Capecchi e TorselliI cittadini sono esasperati da un anno chiedono invano la bonifica dell’intera area tra Empoli e Castelfiorentino per avere la sicurezza di avere acqua potabile in casa ma ancora i lavori non sono in iniziati. Quello della 429 è il caso più eclatante dell’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze che, nemmeno un mese fa, ha concluso le indagini con 38 indagati tra politici, dirigenti pubblici e imprenditori coinvolti nel riutilizzo del Keu. La strada è stata inaugurata nel 2019 per una spesa di 12 milioni di euro e con ben 8mila tonnellate di rifiuti tossici sotterrati, come hanno accertato gli inquirenti. Da oltre un anno nulla è cambiato per quell’area: la Regione Toscana, che a più riprese ha promesso la bonifica, ha invece provveduto soltanto a isolare il terreno con dei teli, promettendo agli abitanti delle zone la bonifica completa dell’area. Ma il risanamento ancora non è iniziato e la salute dei residenti rimane a rischio. Cosa aspettano Giani e l’assessore Monni a decidere di smantellare la strada e recuperare il materiale tossico? Tra l’altro, non è stata neppure identificata la destinazione dei rifiuti”.
I cittadini si sono fidati delle amministrazioni locali e della Regione, ma il tempo passa e la bonifica non viene fatta -aggiungono Capecchi e Torselli– Un progetto di bonifica diventato soltanto uno slogan mentre alcuni esponenti politici del Pd, coinvolti nell’inchiesta Keu, sono rimasti ai loro posti, e nessuno sente l’esigenza di accelerare le procedure di bonifica di quella strada dei veleni, oltre a fare chiarezza e a rimettere a posto l’accordo di programma”.

Piano rifiuti. Fratelli d’Italia: “La Giunta non ha piani per il futuro. Non si può lasciare tutto nelle mani di lobby e stakeholder”

“Dopo aver letto la comunicazione dell’assessore all’Ambiente Monni non si può che pensare: che pasticcio questo nuovo Piano rifiuti! La comunicazione dell’assessore non cita numeri, dati certificati, quantità di rifiuti smaltiti oggi e in che modalità e nemmeno quali siano i risultati attesi da qui a lungo termine. Si citano soltanto alcune previsioni e linee guida dell’Unione europea in materia di riduzione dei conferimenti in discarica e poco altro. Si glissa completamente sull’inchiesta ‘keu‘, come se il tema dei rifiuti non sia invece la vera emergenza in Toscana, e questo è confermato anche dai risultati della commissione parlamentare di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose del 2018. La Giunta sembra non prendere la questione sul serio e sembra voler rinunciare al ruolo politico in materia: non si possono rimandare ai privati le scelte che definiranno il nuovo disegno regionale degli impianti di smaltimento rifiuti, scelte che gravano su imprese e cittadini. Come si fa, poi, a parlare di futuri scenari se non si parla dell’oggi? Siamo fermi ai dati del 2014! La Regione deve assumere termini e responsabilità precise. I territori e i comuni devono essere coinvolti, devono essere parte attiva del nuovo disegno regionale in materia di smaltimento rifiuti, non si può lasciare tutto nelle mani di lobby e stakeholder. Inoltre, in una comunicazione di due anni e mezzo fa dell’allora assessore Fratoni si parlava di tonnellate e tonnellate di rifiuti non riciclabili, individuando come una via quella dei termovalorizzatori, mentre oggi l’assessore Monni magicamente non ne parla più, preferendo trincerarsi dietro uno scolastico slogan ‘no inceneritori, no discariche’ e parlando di ipotetiche ‘nuove tecnologie’. Dove finiranno quindi questi rifiuti che fino a ieri dovevano essere inceneriti? All’estero? Sotto terra? Quali sono queste nuove tecnologie? Che costi hanno? Quale impatto ambientale? Ora il Piano rifiuti cambia nome e diventa Piano dell’economia circolare, ma in sostanza in Toscana si continua a produrre rifiuti senza essere in grado di riciclarli e trarne energia. Al contrario è necessario intervenire con un Piano preciso e articolato, che si basi su dati certi e previsioni puntuali e realizzabili, con il fine ultimo di abbassare le tariffe in bolletta (che invece continuano a crescere a dismisura). Altrimenti lo smaltimento rifiuti diventerà sempre più possibile campo fertile per divenire preda di infiltrazioni malavitose che stabiliscono business fraudolenti anche nella nostra regione”. Così il gruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano composto da Francesco Torselli, Vittorio Fantozzi, Alessandro Capecchi, Diego Petrucci e Gabriele Veneri.

Concerie, chiesta l’audizione di Arpat in commissione Ambiente

“Gli aspetti preoccupanti intorno alla vicenda dello smaltimento illecito degli scarti delle concerie di Santa Croce sull’Arno sono troppi per poter essere ignorati. Si va dal possibile sversamento di cromo e arsenico nelle falde acquifere, all’utilizzo di rifiuti tossici per la composizione di altri fondi stradali, oltre al già noto caso della strada regionale 429”, afferma il consigliere regionale FdI e vice presidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi.

“Non c’è tempo da perdere, – incalza Capecchi – Arpat effettuerà le analisi nei pozzi privati dei territori coinvolti nell’inchiesta ma non è sufficiente. I cittadini non devono essere lasciati soli e non devono pagare il prezzo più alto in questa vicenda”.

“Ho predisposto un accesso agli atti e una richiesta di audizione urgente in commissione Ambiente dei vertici di Arpat, d’accordo con i commissari d’opposizione, per fare chiarezza sulla vicenda e venire a conoscenza dei siti potenzialmente inquinati – conclude il consigliere FdI -. Comincerò chiedendo di venire a conoscenza delle modalità stabilite da Arpat per programmare ed effettuare le ispezioni agli impianti autorizzati alla gestione di rifiuti speciali e scarichi idrici, oltre a richiedere l’elenco delle aziende ispezionate negli ultimi anni”.