“È scattato l’obbligo di esibire il Green Pass per salire a bordo di treni, aerei e navi eppure nessun dubbio sugli effettivi controlli è stato sciolto. In particolare per quanto riguarda i treni ad alta velocità occorre tenere conto che anche molti turisti stranieri vi salgono a bordo ma non tutti sono provvisti di Green Pass, perché provenienti da paesi esteri extra Ue, basti pensare ai russi vaccinati con Sputnik, non riconosciuto per poter ricevere il Green Pass. Dal Governo hanno fatto sapere che sono validi i certificati equivalenti alla Certificazione Verde, ma chi deve saper riconoscere questi certificati equivalenti? Con quali strumenti? Perchè di fatto si tratta di una miriade di documenti diversi, dalle app sul cellulare a certificati scritti a mano da un medico, fino a libretti vaccinali con timbri. Come può un controllore essere in grado di verificare la veridicità di questi documenti? Come può sapere se sono validi o meno? Con questa legge caotica e improvvisata dal Governo da un lato si fanno desistere i viaggiatori a prendere i mezzi pubblici perché non certi di essere in regola e dall’altra si finisce per gravare di troppe responsabilità il personale che deve effettuare i controlli a bordo. L’ennesimo caso in cui il Governo lancia delle lacunose linee guida e scarica tutti i problemi su imprese e lavoratori. Giani invece di fare lo sceriffo e pensare di introdurre in Toscana norme ancor più restrittive di quelle nazionali dovrebbe occuparsi di risolvere questi problemi, perché le norme applicative sul controllo del Green Pass sono troppo fumose e mentre regna il dubbio non si può certo impedire alle persone il diritto di circolazione sui mezzi pubblici ad alta velocità”. È quanto dichiarano il capogruppo in consiglio regionale di FdI Francesco Torselli e il consigliere regionale FdI e vice presidente della commissione Ambiente e Trasporti Alessandro Capecchi.
Scuola, Fdi: “Persa un’altra estate. Organizzazione ancora ferma, si parla solo di green pass”
“Poco o niente è stato fatto in questi mesi estivi per garantire un ritorno in classe in sicurezza. L’organizzazione è ferma, assistiamo solo a proclami. Fratelli d’Italia più volte ha posto l’attenzione sulla necessità di adeguare le strutture scolastiche, gli organici, i trasporti per far fronte all’emergenza sanitaria e garantire a studenti, insegnanti, personale Ata lo svolgimento delle attività didattiche ed evitare la didattica a distanza e gli scaglionamenti in ingresso e uscita. L’anno scolastico 2021/2022 è alle porte e nei palazzi romani ci si interroga ancora su cosa fare” dichiarano i Consiglieri regionali di Fdi Gabriele Veneri, componente della Commissione Cultura e Istruzione, e Alessandro Capecchi.
“L’unica novità partorita dal Ministro Bianchi è l’obbligo del green pass che si traduce in un macigno scaricato sul personale scolastico divenuto capro espiatorio. Per poter stare in cattedra i docenti dovranno essere in possesso di green pass, come alternativa al vaccino c’è il meccanismo dei tamponi ogni 48 ore, un’alternativa che, di fatto, rende impossibile, per i presidi, impostare logisticamente il corpo docente. Oltre ad essere un salasso per i singoli insegnanti. Ogni responsabilità va, dunque, a ricadere sul personale scolastico, il Governo procede ad obblighi rinunciando ad interventi strutturali per scongiurare i disagi e i grossolani errori dello scorso anno” sottolineano Veneri e Capecchi.
“Padre lasciato fuori dall’ospedale. Inspiegabile che i guariti dal Covid non abbiano il Green pass”
“A pochi giorni di distanza dall’obbligo di esibire il Green pass per accedere in luoghi al chiuso cominciano già a emergere forti criticità. Siamo rimasti senza parole quando ci è stato riferito di un padre che, giunto all’ospedale San Jacopo per accompagnare la consorte alla visita ecografica per il nascituro, è stato lasciato fuori dal nosocomio poiché privo di Green pass. L’uomo ha ricevuto una sola dose di vaccino, dietro consiglio del proprio medico, poiché aveva già contratto il Covid ed era guarito. Un caso particolare, ma non raro e che riguarda molti in tutto il Paese. Nel caso citato la positività al Covid non è stata riscontrata in tempo reale tramite tampone ma solo in seguito è stata rilevata la presenza di anticorpi al virus tramite un test sierologico. Da qui il problema che non permette di ottenere il Green pass, poiché senza una data certa di certificazione del virus non è possibile ricevere il Green pass con una sola dose di vaccino, nonostante la forte reazione immunitaria. Eppure la sanità toscana, che secondo la sinistra è la migliore d’Italia, non ha previsto misure speciali per i guariti dal Covid che magari, proprio come in questo caso, presentano ancora moltissimi anticorpi al virus e per i quali è quindi sconsigliata una seconda dose di vaccino. Possibile che nessuno abbia pensato a questa eventualità? Il protocollo nazionale sul Green pass è certamente lacunoso, infatti come Fratelli d’Italia avevamo richiesto anche la possibilità di eseguire tamponi gratuiti alla popolazione per scongiurare il rischio della diffusione del virus, ma non siamo stati ascoltati. Presenterò una apposita interrogazione sul tema, perché il problema dei guariti dal Covid a cui non viene concesso il Green pass deve essere affrontato e deve essere fornita una soluzione, come va trovata una soluzione agli inaccettabili ritardi nella notifica di fine isolamento a chi si è negativizzato al Covid. Così non può andare”. Lo afferma il consigliere regionale FdI Alessandro Capecchi.
Green pass e vaccini: come la penso
Sul Green Pass e l’imposizione dell’obbligo vaccinale penso che prima di tutto sarebbe opportuna una valutazione dal punto di vista costituzionale.
Ad esempio oggi sappiamo che i Dpcm del Governo Conte sono stati giudicati incostituzionali. Un aspetto grave e che non possiamo permettere che si ripeta e si applichi nel caso delle vaccinazioni e sulla salute delle persone poiché i risultati potrebbero essere disastrosi.
In modo particolare penso che sia necessario tutelare in primis ragazzi e bambini dalle possibili conseguenze di un vaccino di cui non si conoscono tuttora gli effetti a lungo termine.
Continuiamo con i vaccini per le categorie più fragili e anziane ma non mettiamo a rischio la salute dei più piccoli.