“A pochi giorni di distanza dall’obbligo di esibire il Green pass per accedere in luoghi al chiuso cominciano già a emergere forti criticità. Siamo rimasti senza parole quando ci è stato riferito di un padre che, giunto all’ospedale San Jacopo per accompagnare la consorte alla visita ecografica per il nascituro, è stato lasciato fuori dal nosocomio poiché privo di Green pass. L’uomo ha ricevuto una sola dose di vaccino, dietro consiglio del proprio medico, poiché aveva già contratto il Covid ed era guarito. Un caso particolare, ma non raro e che riguarda molti in tutto il Paese. Nel caso citato la positività al Covid non è stata riscontrata in tempo reale tramite tampone ma solo in seguito è stata rilevata la presenza di anticorpi al virus tramite un test sierologico. Da qui il problema che non permette di ottenere il Green pass, poiché senza una data certa di certificazione del virus non è possibile ricevere il Green pass con una sola dose di vaccino, nonostante la forte reazione immunitaria. Eppure la sanità toscana, che secondo la sinistra è la migliore d’Italia, non ha previsto misure speciali per i guariti dal Covid che magari, proprio come in questo caso, presentano ancora moltissimi anticorpi al virus e per i quali è quindi sconsigliata una seconda dose di vaccino. Possibile che nessuno abbia pensato a questa eventualità? Il protocollo nazionale sul Green pass è certamente lacunoso, infatti come Fratelli d’Italia avevamo richiesto anche la possibilità di eseguire tamponi gratuiti alla popolazione per scongiurare il rischio della diffusione del virus, ma non siamo stati ascoltati. Presenterò una apposita interrogazione sul tema, perché il problema dei guariti dal Covid a cui non viene concesso il Green pass deve essere affrontato e deve essere fornita una soluzione, come va trovata una soluzione agli inaccettabili ritardi nella notifica di fine isolamento a chi si è negativizzato al Covid. Così non può andare”. Lo afferma il consigliere regionale FdI Alessandro Capecchi.

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Sul Ponte all’Abate ritardi inaccettabili e una gestione complessiva della Provincia da rivedere, come i ristori stanziati dalla Regione
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