Impianto Dano, Capecchi (Fdi): “Pistoia ha già dato, è un impianto che ha già svolto la sua funzione”
“Nel Piano di Ambito quell’impianto è previsto in bonifica e in recupero per la comunità non prevede un nuovo utilizzo nel ciclo dei rifiuti”
Pistoia 23/03/2022 – “Pistoia ha già dato, l’impianto del Dano è lì da decenni e ha svolto la sua funzione, provocando un inevitabile impatto sull’ambiente e sulla vita dei cittadini della zona sud della città. Nel Piano di Ambito quell’impianto era previsto in dismissione con bonifica e recupero dell’area per la comunità, non certo per un nuovo utilizzo nel ciclo dei rifiuti. Nonostante questo, l’Ato ha comunque votato contro il parere del Comune di Pistoia per collocarci un impianto di compattazione della carta. Non si è, però, ben capito che impatto avrebbe questo nuovo impianto, in Regione non è stato presentato alcun progetto, non c’è uno specifico dato tecnico che indichi quel sito come opportuno per lo smaltimento della carta dei 58 comuni compresi nell’Ato. Senza dimenticare che quella del Dano è tra le aree più pregiate della città (e non certamente collocata in periferia, come sostiene qualcuno) collegata alla viabilità principale, un’area interamente pubblica. Si dovrebbe puntare a farla diventare un luogo di sviluppo economico” dichiara il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio.
“Il metodo utilizzato, poi, è inaccettabile. La Regione non può imporre certe scelte, addirittura in una fase di pre-adozione del Piano rifiuti. Il Governatore Giani va dicendo che il Piano rifiuti nascerà dal basso. Giani ci dica se i Comuni che contano sono soltanto quelli amministrati dai suoi amici sindaci del Pd -sottolinea Capecchi– Stiamo aspettando la conclusione del bando per la previsione degli impianti voluto dalla Giunta Giani, e vigileremo sugli esiti. Certamente, l’esempio dell’impianto Dano di Pistoia è l’esatto contrario di quello che dovrebbe fare una buona amministrazione: ossia, assumersi la responsabilità di fare un piano adeguato alle quantità di rifiuti urbani, non urbani, speciali prodotti, valutando gli impianti esistenti e le reali necessità dell’economia circolare, senza escludere nessuna tecnologia, articolando gli impianti su (almeno) 3 Ato in base al principio dell’autosufficienza e di una corretta logistica”.