Siccità, Fantozzi-Capecchi (Fdi): “La Regione sta tentando di scaricare sull’attuale Governo decenni di ritardi e scelte sbagliate”
Allarme siccità in particolare per Versilia e Serchio in deficit di piogge, senza dimenticare la montagna pistoiese dopo le scarse precipitazioni nevose. “Perché per il piano laghetti la Regione aspetta il via libera del Ministero? Se considera la siccità una priorità può utilizzare i fondi del Pnrr che il Governo ha trasferito alla Toscana”
Firenze 24/03/2023 – “La Regione sta tentando di scaricare sull’attuale Governo decenni di ritardi e scelte sbagliate” dichiarano i Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione Sviluppo economico e rurale, e Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, dopo gli allarmi lanciati sull’allarme siccità in particolare per Versilia e Serchio, la zona di Camaiore e la costa livornese, senza dimenticare la montagna pistoiese dopo le scarse precipitazioni nevose.
“Perché per il piano laghetti la Regione aspetta il via libera del Ministero? Se considera la siccità una priorità può utilizzare i fondi del Pnrr. I bacini a uso plurimo condivisi dalla Regione con l’Autorità di distretto sono la Diga di Ambra ad Arezzo e la Diga di San Piero in Campo a Grosseto, c’è poi un terzo progetto quello relativo al riuso dell’acqua utilizzata nell’ambito vivaistico. Se la Regione non ritiene sufficienti queste strutture perché non finanzia i nuovi progetti direttamente con i fondi del Pnrr? Sono passati 20 anni tondi dall’ultima grande stagione di siccità (2003) e quasi nessun intervento strutturale è stato realizzato” domandano Fantozzi e Capecchi.
“C’è bisogno di interventi celeri perché la siccità è diventato ormai problema strutturale per le nostre campagne. Il clima siccitoso non è una novità, ma soltanto la scorsa estate la cabina di regia regionale ha pensato ad una serie di invasi sul territorio! Le zone che riescono a tener botta sono quelle che beneficiano di grandi invasi come Bilancino e Montedoglio. Ma il rimpallo di competenze e lo scaricabarile sta dilatando i tempi, e le nostre campagne non possono permetterselo. E non è soltanto un problema legato alla agricoltura, ma anche in prospettiva di come poter affrontare la crisi idrica anche dal punto di vista dell’acqua potabile -sottolineano Fantozzi e Capecchi- E non bisogna dimenticare, inoltre, che il risparmio idrico si attua anche intervenendo sulle alte percentuali di dispersione degli acquedotti”.