Sanità, Capecchi (Fdi): “Perché gli infermieri di famiglia sono senza soldi sulle carte carburante?”
Interrogazione del Consigliere regionale di Fratelli d’Italia in merito alla situazione delle carte carburante della flotta delle auto aziendali delle Asl nell’area pistoiese e della Valdinievole. “Da quanto denuncia il sindacato Nursind l’Asl avrebbe anche chiesto agli infermieri di anticipare il denaro di tasca propria”
Pistoia 09/02/2022 – “E’ davvero clamorosa la denuncia fatta dalla sigla sindacale Nursind degli operatori sanitari, secondo la quale la flotta delle auto aziendali delle Asl, usate dagli infermieri di famiglia e comunità per svolgere i propri servizi sul territorio, sono rimaste senza carburante, carte bloccate ed è perciò impossibile fare il pieno alle auto aziendali. Ho presentato un’interrogazione per sapere il motivo per cui le carte di credito aziendali per il carburante siano state improvvisamente bloccate causando disagi non solo ai lavoratori sanitari ma anche a tutti i cittadini che usufruiscono di tali servizi; in base a quale normativa l’Asl ha chiesto agli infermieri di famiglia e comunità di colmare il deficit organizzativo che si è creato relativamente ai rifornimenti carburante, in pratica, secondo la denuncia del sindacato Nursind, l’Asl avrebbe chiesto agli infermieri di anticipare il denaro di tasca propria. Vorrei anche sapere lo stato attuale degli investimenti che Regione Toscana e Asl stanno portando avanti sul territorio pistoiese per migliorare il servizio di infermieristica di famiglia e comunità”. Lo chiede il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Capecchi.
“Stiamo parlando di un servizio fondamentale, l’assistenza domiciliare è di primaria importanza per la rete socio-sanitaria nei nostri territori -sottolinea Capecchi- Soprattutto, dopo l’esperienza pandemica che stiamo vivendo, si tratta di un servizio ancora più essenziale per non sovraffollare le strutture ospedaliere. Vogliamo ricordare come tutti gli operatori e infermieri si sono adoperati, in questi anni, nonostante la carenza di personale più volte denunciata, garantendo l’equilibrio del servizio da prestare ai cittadini bisognosi. Molti operatori sanitari hanno dovuto rinunciare anche a ferie e permessi e hanno prestato servizio con orari straordinari insostenibili per garantire tutte le prestazioni necessarie all’assistenza sanitaria, sociale e domiciliare. La riorganizzazione dei servizi non può giustificare tali scempi”.