Podere Rota : La Regione dica no all’ampliamento della discarica di Podere Rota, aveva promesso di chiuderla

Podere Rota, Capecchi-Veneri (Fdi): “La Regione dica no all’ampliamento della discarica di Podere Rota, aveva promesso di chiuderla”
Mozione di Fratelli d’Italia in vista della Conferenza dei servizi chiamata a decidere sul destino della discarica. “Un no deciso all’ampliamento per i rifiuti speciali, che, in realtà, non sarebbero altro che rifiuti ordinari che ricevono una classificazione diversa dopo un determinato trattamento”
Arezzo 21/02/2023 – “La Regione dica no all’ampliamento della discarica di Podere Rota, aveva promesso che l’avrebbe chiusa. In realtà si sta lavorando per l’ampliamento per i rifiuti speciali, che, in realtà, non sarebbero altro che rifiuti ordinari che ricevono una classificazione diversa dopo un determinato trattamento. Vorremmo, infatti, sapere perché la Regione non ha ancora archiviato il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), procedimento avviato da  Csai spa, società che gestisce la discarica, per il progetto di adeguamento volumetrico di Podere Rota per rifiuti non pericolosi” dichiarano i Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Gabriele Veneri e Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, in vista della prima seduta della Conferenza dei Servizi per valutare il progetto di ampliamento della discarica.
“Podere Rota deve chiudere definitivamente, quel territorio ha già dato! Stiamo parlando di un sito trentennale, esteso per 5 milioni di metri cubi alle spalle del paesaggio delle Balze e a pochi metri, in linea d’aria, dall’abitato di San Giovanni Valdarno. Non si può pensare di continuare imperterriti a sotterrare rifiuti in discariche sparse in tutto il territorio regionale. La questione rifiuti va affrontata realizzando gli impianti secondo un modello concertato di smaltimento -sottolineano Veneri e Capecchi– Il 15 maggio 2021 si è conclusa l’ inchiesta pubblica, dalla quale sono emersi non solo i pareri contrari dei rappresentanti dei territorio, ma prove evidenti, evidenziate nei contributi di Arpat, dell’inquinamento ambientale presenti nel sito in oggetto. Che la  Regione Toscana ha individuato Csai quale responsabile del potenziale inquinamento del sito e ha avviato il procedimento di bonifica. La Regione, nonostante avesse già formalmente dichiarato che il procedimento di bonifica impedisce la procedibilità del Paur, ha riattivato il procedimento chiedendo al Comune di Terranuova Bracciolini informazioni circa gli esiti della Conferenza dei Servizi convocata per l’approvazione del Piano di Caratterizzazione e relativa tempistica per la conclusione del procedimento di bonifica”.