Turismo: Perché la Regione stia diminuendo i fondi a sostegno dei Comuni?

Turismo, Capecchi-Fantozzi (Fdi): “Perché la Regione stia diminuendo i fondi a sostegno dei Comuni?”
Interrogazione di Fratelli d’Italia. “Circa 1 milione di euro in meno per i comuni capoluogo con un trend tendente allo zero, e 2022 ultimo anno di finanziamento regionale per i comuni capofila degli ambiti turistici”
Firenze 18/01/2023 – “Abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere i motivi per cui la Regione sta diminuendo i fondi a sostegno dei Comuni. Circa 1 milione di euro in meno per i comuni capoluogo, per la gestione amministrativa (ex provinciale), con un trend tendente allo zero, e 2022 ultimo anno di finanziamento regionale per i comuni capofila degli ambiti turistici. In questo caso le risorse sono stanziate a progetto: finanziati progetti per il 2019, 2020 e 2022, ma né il 2023 né gli anni a seguire vedranno risorse per i comuni capofila di ambito come ha annunciato l’assessore Marras” dichiarano i Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi e Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione Sviluppo economico e Turismo.
Chiediamo anche per quale motivo la Regione non abbia ancora portato in Commissione la bozza di modifica del testo unico del Turismo. E se non sia il caso di iniziare, comunque, una riflessione all’interno della Commissione competente per capire come si presenta il sistema turistico in Toscana, quanto pesano sui comuni il funzionamento degli ambiti e gli adempimenti burocratici per essere così in grado di prendere scelte consapevoli che non danneggino i comuni, i cittadini, le imprese” sottolineano Capecchi e Fantozzi.
La Regione scarica sui comuni le proprie inefficienze. Anziché accentrare tutti i servizi legati al mondo del turismo, li ha ribaltati sui comuni capoluogo ai quali prima ha fatto girare i dipendenti garantendo le risorse per pagare gli stipendi poi, man mano che si susseguivano i pensionamenti ha ridotto le risorse aumentando, però, funzioni e adempimenti burocratici legati alle presenze turistiche. Con il risultato che i comuni sono adesso costretti a riassumere ed a riassegnare persone per quei servizi spendendo più di quello che strutturalmente la Regione garantisce loro –spiegano Capecchi e Fantozzi– Questo crea uno squilibrio a danno dei cittadini, perché è chiaro che il personale e le risorse che vengono impegnati e spesi per gli adempimenti burocratici legati al turismo, che non sono competenza diretta dei comuni ed in particolare dei comuni capoluogo, vengono distolte dai capitoli relativi al personale stesso. Occorre un’inversione di tendenza, occorre che la Regione porti la riforma del testo unico del Turismo adeguandola all’offerta presente sul territorio, lavorando affinché ci sia una reale concorrenza tra tutte le attività turistico-ricettive, e garantendo le risorse adeguate al comparto”.