Via l’emendamento keu: “Senza l’inchiesta il Pd avrebbe continuato a tacere”

“Finalmente Giani si è fatto vedere in commissione Ambiente, del resto la firma sulla proposta di legge per cancellare l’emendamento della ‘vergogna’ è sua. Se non fosse stato per l’inchiesta della magistratura a tutt’oggi nulla sarebbe cambiato perché il Pd avrebbe continuato a tacere e niente sarebbe venuto alla luce. Questo nonostante il ricorso del Governo alla Corte Costituzionale contro gli articoli incriminati della legge regionale 32 e, come appreso stamani in commissione, nonostante una relazione negativa dell’ufficio ambiente su una richiesta di modifica della stessa legge (modifica poi direttamente trasformatasi nel noto emendamento) risalente al 2018! Non ci sono più dubbi ormai, è evidente che la giunta Rossi era a conoscenza delle controversie dell’emendamento incriminato ma ha comunque deciso di procedere per farlo approvare”. È quanto afferma il consigliere regionale FdI e vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi.
“Ciò che mi preme sottolineare è che la fretta è stata cattiva consigliera già lo scorso anno, quando l’allora presidente del consiglio regionale Eugenio Giani fece approvare l’emendamento che ha fatto scoppiare la vicenda legata all’inchiesta ‘keu’, oggi era necessario non ripetere lo stesso errore – sottolinea Capecchi -. Per questo la scorsa settimana, prima di andare a votare la proposta di legge, ho voluto richiedere un ulteriore passaggio in commissione Ambiente alla presenza dell’assessore competente e del presidente Giani. Agli uffici è stato chiesto di mettere in piedi nel giro di pochi giorni una modifica di legge su un argomento complesso e delicato come quello dello smaltimento dei reflui civili e industriali, con impianti che naturalmente hanno un notevole impatto sull’ambiente”.
Questo tipo di smaltimento deve essere regolato, non si può continuare ad andare avanti con le deroghe e per quanto riguarda gli accordi di programma concessi agli impianti è necessario verificare che vengano effettivamente messi in atto. Oltre al fatto che gli uffici regionali del legislativo e gli uffici sotto la direzione ambientale interpretano la norma in modo differente. Questa diversa interpretazione deve essere sanata al più presto nell’interesse di tutti i toscani”, ha fatto notare il consigliere.